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title: Personal Knowledge Management workflow for a deeper life
subtitle: Appunti e spunti sulla gestione della conoscenza attraverso l'uso di un secondo cervello.
date: 2022-10-06T21:34:57+02:00
draft: false
tags:
- Produttività
- Second Brain
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Sempre più spesso ho visto e sentito parlare di [Obsidian](https://obsidian.md/) e comunque di "[second brain](https://fortelabs.com/blog/basboverview/)" come metodologia per la gestione delle conosceze e delle idee.
Già da tempo utilizzo il metodo del [Bullet Journal](https://bulletjournal.com/) per organizzare il mio tempo e i miei impegni, ma non ho ancora trovato il modo per organizzare i miei pensieri. Infatti utilizzo in parte il BuJo per gli appunti di riunioni o corsi, e questo mi aiuta anche a memorizzare meglio le cose, oltre a sapere dove posso cercare, ma non mi aiuta ad organizzare il tutto.
Come anche prima di iniziare ad utilizzare il Bullet Journal mi sono detto tanto non mi serve, ma dopo aver visto alcuni che in effetti utilizzano tutti e due i metodi, o comunque prendono quello che serve da entrambi, e si trovano bene, mi sono detto che uno sguardo a queste tecniche magari può tornare utile.
Ho trovato davvero poche informazioni in italiano per dire nessuna, allora mi sono detto: "Iniziamo a spulciare in inglese e appuntiamocelo in italiano, dai". Ed eccomi qui! :scream_cat:
Il titolo del post è preso dalla pagina che ho per il momento trovato più completa nella spiegazione e da cui prenderò per la maggior parte spunto: un post di [Simon Späti](https://sspaeti.com/now/) che potete trovare a [questo link](https://sspaeti.com/blog/pkm-workflow-for-a-deeper-life/).
## Prima di tutto, però: perché tutto questo?
Di base siamo ormai immersi nella società del'informazione, riceviamo di continuo più informazioni di quelle che riusciamo a gestire. Tutto questo porta spesso a burnout e stress. Per fare fronte a questo serve qualcosa dove scaricare tutto questo carico cognitivo e poter così salvare quello che ci serve e scartare il rumore di fondo.
Come già detto da qualche tempo ho iniziato a utilizzare il metodo Bullet journal per organizzare il mio tempo e avere un posto dove poter anche riversare appunti e idee in modo non proprio caotico, ma di questo magari ne parlerò in un altro momento :wink:. Mi sono accorto però che mi manca un vero e proprio posto dove riversare la mia "conoscenza" soprattutto in ambito lavorativo facile da gestire e dove ricercare tutto quello che serve di volta in volta.
Ho provato un sacco di app e programmi vari dove mettere in bella copia le cose uscite in riunioni o segnarmi idee e spunti per migliorare il mio lavoro, ma tutte queste cose si sono rilevate trasformarsi dopo poco tempo solamente un nuovo ammasso informe di informazioni: non avevo la più pallida idea di come strutturare il tutto.
Una prima idea è stata presa dal metodo del Bullet Journal: scrivere tutto nel diario e tracciare dove trovare le cose nell'indice. È vero scrivere aiuta a memorizzare, ma le idee estemporanee? Come e dove le traccio?
Queste domande hanno avuto risposta un po' per caso un po' perché ho scoperto Obsidian. Implementare un **Personal Knowledge Management workflow**. Si ma come? E qui è iniziata la ricerca.
## Personal Knowledge Management workflow
OK adesso partiamo dalle basi per creare un flusso di lavoro PKM. Di seguito utilizzerò la struttura del post di Simon Späti per la descrizione dei vari blocchi. Come letto in diversi post questo flusso di lavoro dovrebbe ridurre lo stress e migliorare la qualità della vita in un modo inimmaginabile prima di averne uno.
### Prendere appunti in modo intelligente
Il primo mattone del flusso di lavoro è *scrivere* gli appunti. Magari molti diranno *"Ma io li so prendere gli appunti, lo faccio dai tempi della scuola"*, forse questo è vero, ma forse andrebbe integrata e **migliorata**: si devono prendere appunti in modo intelligente!
Prendere appunti senza la componente *smart* aggiungerà più disordine al sistema (come nel mio caso), avendo un'organizzazione minore e molto più stress.
Come ho già visto mantenendo un bullet journal, affinché la mente si rilassi e si possa pensare ad altro le cose devono uscire dalla tua testa, si deve elaborare l'idea e scriverla. La scrittura è più un manifestarsi del pensiero e non solo il suo risultato (Come si può anche leggere nel libro [How to take smart notes](https://openlibrary.org/books/OL37777396M/How_to_Take_Smart_Notes) di [Sönke Ahrens](https://www.soenkeahrens.de/en/home))
Quando si scrive di un'idea o di un post per un blog, l'obbiettivo non è di partire da un foglio bianco, questo porta ad una maggiore procastrinazione. Quindi quale può essere l'alternativa? La scrittura di *note smart* e il loro collegamento in un *second brain*.
Infatti nessun progetto arriva in sequenza, una cosa dietro l'altra, quindi invece di tentare un *brainstorming* con te stesso è meglio collegare i vari pensieri e quindi si possono generare naturlamente nuove idee. Inoltre è molto più facile lavorare su più progetti contemporaneamente perché lo stato dei pensieri è scritto. Si potrà quindi riprendere il lavoro esattamente dal punto in cui lo si era lasciato. Non c'è più timore di dimenticare le cose se le si scrive. Ognuno di noi ha delle responsabilità personali di cui prendersi cura: famiglia, lavoro, etc.
Un'altro aspetto importante da non sottovalutare è che il cervello non si fermerà finché il compito non sarà terminato. Poiché non si può completare tutte le attività insieme, scrivere lo stato aiuta la tua mente a riposarsi, che è quello su cui si concentra [Getting Things Done]({{< relref "#getting-things-done-gtd" >}})
Quando si prendono appunti, è essenziale rimanere aperti e cercare opinioni che sfidano le nostre conoscenze pregresse. Questa curiosità si può migliorare la propria scrittura e quindi i proprio pensiero. La scrittura è pensiero: se non si scrive non si esprime il pensiero e non si ha progresso. La scrittura aiuta anche a leggere meglio lasciandoci domande migliori in mente.
Per poter richiamare più facilmente le note che abbiamo preso, e che una volta scritte rimangono meglio ancorate nella nostra mente, vanno collegate tra loro. È molto più facile ricordare cose collegate tra loro piuttosto che un mucchio di idee svincolate tra loro.
### Second brain
Cosa è il secondo cervello (*second brain*)? In breve, è una metodologia per salvare sistematicamente le idee, le ispirazioni e le connessioni che abbiamo acquisito attraverso la nostra esperienza. Espande la nostra memoria e il nostro intelletto utilizzando la tecnologia e le reti. Serve per poter creare un repository digitale esterno centralizzato per le cose che si imparano e le relative risorse. Si possono trovare più informazioni sul sito di [Tiago BASB](https://www.buildingasecondbrain.com/).
Quindi il *second brain* è il passaggio successivo rispetto al prendere appunti in modo intelligente. Mi sono accorto che ho sempre preso appunti, li ho sempre messi da qualche parte, ma il loro riutilizzo è praticamente impossibile, se non nel breve periodo. Questo prendere appunti non l'ho mai pensato però come un vero e proprio secondo cervello, ma più come una sorta di backup della mia memoria.
Il fatto di non aver mai pensato al mio prendere appunti come a mantenere un secondo cervello tante volte non mi sono segnato informazioni importanti. Oltre a questo ho creato mille diversi posti dove salvare i dati e tutti in modo non coerente o comunque come insieme non ordinato.
{{< notice >}}Il password manager, le mail, i contatti del telefono sono tutti *second brain*. Chi ha detto che per forza ce ne deve essere uno unico?{{< /notice >}}
Sul sito di [Tiago Forte](https://www.buildingasecondbrain.com/) si trovano alcuni spunti per l'organizzazione del secondo cervello. Uno che ho trovato interessante e che sembra abbia anche delle basi abbastanza solide è il [metodo PARA](https://fortelabs.com/blog/para/). PARA è sinonimo di Progetto, Area, Risorse e Archivio. E queste sono le uniche 4 cartelle base del sistema. Leggendo spiegazioni sul metodo viene fatto notare che il nostro cervello non è costruito per gestire una quantità infinita di cartelle nidificate (anzi neanche troppo grande :sweat:): ecco il motivo per la gestione di solo 4 cartelle nidificate fino ad un massimo di 4 livelli. Non esiste giusto o sbagliato nella costruzione del proprio secondo cervello: si deve scoprire cosa funziona meglio per noi e per il nostro cervello.
Alcuni vantaggi che si possono ottenere:
- Trasforma la tua conoscenza nella struttura del tuo *second brain* fisico rendendolo portabile ovunque
- Scopre schemi e connessioni inaspettati tra le idee
- Riduce lo stress e il "sovraccarico da informazioni" affidandosi al sistema
- Sviluppa competenze e abilità attorno agli appunti e pensieri che aiutano nella vita personale e il lavoro
- Cattura e coltiva preziose conoscenze e intuizioni senza seguire regole rigide e dispendiose in termini di tempo
{{< notice "Info" "Mantieni solo quello che serve" >}}
Si deve sempre ricordare comunque che va mantenuta solo l'informazione che serve. È inutile copiare e incollare da internet come spesso sembra più facile fare. Meglio scrivere di cosa si tratta con parole tue e aggiungere un link all'articolo originale.
{{< /notice >}}
Una cosa che è sempre stata detta a tutti quando si spiega come prendere appunti è che questi ultimi devono essere presi per il te del futuro. Non fa male aggiungere testo copiato ora, ma a lungo andare occupa spazio e non serve a molto. Invece, con le note scritte di tuo pugno e i vari collegamenti fatti, ti ricorderai molto più facilmente di cosa si tratta e potrai molto più facilmente collegare questi pensieri ad altre idee quando ti arrivano sott'occhio.
È buona cosa iniziare a formare un secondo cervello con connessioni tra le varie note: è lo stesso metodo di funzionamento del nostro cervello, forse è il motivo per cui è facile conservare le cose così lontane. Nel prossimo capitolo tratterò il metodo Zettelkasten, che sembra essere uno dei metodi più usati per gestire il secondo cervello.
### Zettelkasten
Nelle precedenti sezioni si è già fatto riferimento al fatto che si debba prendere appunti in modo intelligente. Un metodo possibile è il già citato Zettelkasten ideato da [Niklas Luhmann](https://it.wikipedia.org/wiki/Niklas_Luhmann), chiamato anche "*Slip Box*".
Questo metodo serve a ridurre ancora di più l'idea dell'organizzazione delle idee in categorie, ma si concentra solo sul singolo pensiero a portata di mano come una nota individuale. Invece di spendere energie per individuare la categoria in cui inserire la specifica nota, si crea una cartella unica dove collegarle tra di loro. Questo metodo non prevede alcuna struttura per i concetti, ma solo collegamenti, ma è possibile unire il metodo PARA con questo, magari aggiungendo una cartella 🗃️ Zettelkasten nella categoria 💡 Risorse.
Il metodo Zettelkasten è una strategia per aiutare a pensare e scrivere. Simile alla tecnica del *Second Brain*, aiuta a ridurre il sovraccarico di dati consumato quotidianamente. Non solo aiuta la memorizzazione e l'organizzazione della conoscenza, ma migliora anche la memoria e quindi la conservazione della conoscenza. Questo metodo è adatto quando si desidera organizzare le informazioni importanti, ritrovarle (magari anni dopo) e sviluppare proprie idee. Cosa che per me ha già trovato aiuto nel metodo *bullet journal*: scrivere mi aiuta a ricordare, magari non esattamente l'informazione che voglio, ma dove l'ho scritta.
Nello Zettelkasten si parla principalmente di tre tipi di note:
1. **note fugaci**: note rapidi e informali su qualsiasi cosa passi per la testa
2. **note bibliografiche**: contenenti il punto principale da non dimenticare e i suoi riferimenti
3. **note permanenti**: sono la conoscenza a lungo termine, il valore principale di uno Zettelkasten
### Le note fugaci
Le note fugaci sono come già detto note rapide per fermare un qualsiasi pensiero o idea che viene in mente. Non devono, o non hanno bisogno, di essere altamente organizzate, devono catturare quello che abbiamo in testa e fungere da promemoria.
### Le note bibliografiche
Queste note sono prese da contenuti di terzi: sono note brevi, che contengono la fonte da cui derivano, e riassumono passaggi che ci colpiscono e riteniamo meritevoli di essere ricordati.
Sönke Ahrens offre quattro linee guida per la creazione delle note bibliografiche:
* Sii **molto selettivo** in ciò che decidi di conservare
* Mantieni la nota il **più breve possibile**
* Non copiare alla lettera, **usa parole tue**
* **Annotare i dettagli bibliografici** sulla fonte.
### Le note permanenti
Queste ultime note vengono create dagli altri due tipi di note. Queste note sono le più importanti. Mentre le esamini si deve tener conto come si relazionano alla tua ricerca, al pensiero attuale o agli interessi.
L'obbiettivo non è solo quello di raccogliere le idee ma anche sviluppare argomenti e discussioni nel tempo. Se quindi si ha bisogno di aiuto per rinfrescare la memoria, basterà guardare gli argomenti esistenti nel tuo Zettelkasten poiché contiene già solemente le cose cheti interessano. Ci si devono porre domande aperte per approfondire il pensiero e portarti fuori dalla zona di confort (la cosa sempre più difficile :sob:)
{{< notice "warning" "Elimina le note fugaci dopo la riscrittura" >}}
Una volta terminato questo passaggio di riscrittura delle note con parole tue: elimina le note fugaci e archivia correttamente le note bibliografiche nel tuo Zettelkasten
{{< /notice >}}
Questo processo non è istantaneo e non è esente da "errori", io ho iniziato a valutarlo per avere un archivio ricercabile e facilmente fruibile soprattutto degli appunti per i miei progetti o delle minute di riunione. Per il resto al momento mi sembra che in parte si sovrapponga alla gestione del *bullet journal* che per il momento mi sembra più gestibile.
Devo ancora capire se mi può essere efettivamente utile: mi sento ancora troppo analogico o magari non sono mai stato troppo digitale nell'organizzare la mia vita, ma il provare e capire altri metodi mi sembra mi stia aiutando a trovare in parte una mio metodo.
## Getting Things Done (GTD)
Per il momento si è puntato il tutto sulla gestione delle idee e delle conoscenze, sull'allargmento del nostro cervello e sul collegamento tra i pensieri. Oltre a questi punti molta dell'ansia e dello stress provengono anche dalla gestione delle priorità delle cose da fare.
Esistono migliaia di app e metodi per gestire questa parte della tua vita. Ho provato la [Kanban Board](https://en.wikipedia.org/wiki/Kanban_board) anche per organizzarmi con la famiglia, ma niente da fare. Ho provato app di "*post-it*" tipo Google Tasks e simili, ma nulla ha funzionato fino in fondo.
Il punto fondamentale è che quello che manca sempre è il metodo. Il metodo è la struttura più profonda della gestione delle priorità. Uno spunto l'ho trovato in diverse pagine che parlano di *Second Brain*: il metodo [*Getting Things Done*](https://gettingthingsdone.com/) proposto da David Allen.
Per chi è di fretta si può riassumere molto semplicemente in quasi 2 passi:
1. Quale è la prossima azione da svolgere?
2. Termina ogni azione che si conclude entro 2 minuti
3. Pianifica tutto il resto
Il problema principale di tutte le app che ho testato è sempre stata quella di dividere l'inserimento dell'azione dalla gestione dell'azione stessa, la sua revisione.
Utilizzando molto il *bullet journal* per organizzare le mie attività mi sono accorto che mi ero ripreso un po' questo metodo che mi sta aiutando ad organizzare al meglio le attività. Anche se spesso ritorna l'ansia e lo stress che mi fanno fare, fare senza pensare alle conseguenze.
Quello che ho trovato utile nel metodo del *bullet journal* è stato quello di farmi una prima domanda nel momento in cui arriva un imprevisto: riesco a completarlo subito? Ci impiego meno di 1-2 minuti?
Se la risposta è positiva mi appunto l'imprevisto e via. Se invece è una cosa più grossa mi appunto il *TO-DO* e lo accantono al momento (non ci penso più).
Nel momento in cui revisiono la mia giornata o organizzo la mia nuova giornata controllo gli appunti del giorno stesso e del giorno prima e pianifico le azioni di conseguenza. In questo modo il "cambiare le gomme" può diventare: "prendi appuntamento con il gommista". Questo può aiutare anche a sminuzzare le azioni in sotto-azioni più piccole e più facilmente gestibili.
**Se spezzettiamo le azioni ci sembra di fare molto di più e di essere produttivi, di raggiungere più facilmente i nostri obbiettivi.**
Diciamo che per quanto mi riguarda avere un *bullet journal* è aver creato un secondo cervello per quanto riguarda la gestione delle attività. Il problema rimane sempre la continuità nel portarlo avanti in modo preciso e utile. La cosa che però non riesco a gestire sono la ricercabilità delle idee e degli appunti che rimangono annegati nelle pagine.
Di base anche il *bullet journal* ha un metodo di catalogazione delle informazioni, ma solo per quanto riguarda il futuro per quanto riguarda la ricerca e un archivio per quanto riguarda il passato. Aiuta a non perdere le cose future, ma non è di facile implementazione una ricerca puntuale sul passato, se non riversando lo scritto in digitale o gestendo già tutto in digitale: cosa che ho notato non mi aiuta. Sono ancora ancorato al mondo analogico :sweat_smile:.
## Email
Una cosa che genera spesso ansia sono le e-mail. Le e-mail sono spesso una grossa *TO-DO list* vuota in cui però sono altri a mettere le attività che **tu** dovrai o devi svolgere. L'importante è integrare questo flusso di comunicazione nel flusso principale (come anche telefonate e chat) e applicare il metodo *Getting Things Done*: lo posso fare alla svelta? No: pianifico.
Certe volte si deve imparare a dire che adesso non si riesce a fare una cosa e a postporla o delegarla. Questo ci può aiutare a vivere e non a farci travolgere dalle urgenze che ci addossano altri. **Dopotutto se tutto è urgente, nulla è urgente**, ma questa è un'altra storia.